ARCHIVIO GIURIA

Vincenzo Cerami è nato a Roma il 2 novembre del 1940. E’ scrittore, giornalista, drammaturgo e sceneggiatore.
Durante le scuole medie fu allievo di Pier Paolo Pasolini un incontro fondamentale per la sua formazione. Non a caso lavora come suo aiuto-regista in “Comizi d’amore” (1965), “Uccellacci e uccellini” (1966) e “Le streghe” (episodio contenuto in “La terra vista dalla luna” del 1967).Nello stesso anno firma la sua prima sceneggiatura: “El Desperado”, per la regia di Franco Rossetti.
Il suo esordio letterario risale invece al 1976 con “Un borghese piccolo piccolo”, feroce denuncia delle frustrazioni piccolo-borghesi, che ha così tanto successo da diventare un film diretto da Mario Monicelli e interpretato da Alberto Sordi, presentato al 30° Festival di Cannes.
Letteratura, cinema e teatro continuano ad alternarsi e intrecciarsi nel corso della sua carriera. Tra le sue opere ricordiamo il romanzo storico-fantastico “La lepre” (1988), il racconto musicale “Il signor Novecento” (1994) che segna l’inizio della sua collaborazione con Nicola Piovani, “Consigli a un giovane scrittore” (1996), “Fattacci” (1997), la raccolta di racconti “La sindrome di Tourette” e “L’incontro” (2005).
Come giornalista sono esemplari i racconti dei grandi delitti romani scritti per “Il Messaggero”.

Maurizio Cabona è nato a Genova nel 1951. E’ un noto critico cinematografico, nonché scrittore e studioso.
Laureato in Giurisprudenza e cultore della materia di Organizzazione internazionale e Diritto europeo alla facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Genova, lavora dal 1986 a “Il Giornale” dove alterna la critica cinematografica ai commenti politici su alcune aree europee, africane e asiatiche. Collabora anche con “Il Foglio” e il Giornale Radio della Svizzera Romanda. Organizza rassegne cinematografiche.
Nel 2006 è stato giurato nelle sezione “Un certain regard” del Festival di Cannes e nello stesso anno è stato premiato ad Assisi come “miglior critico dell’anno”. Direttore della collana di letteratura politica “Solitudini” delle Edizioni Settecolori, ha curato altre pubblicazioni come: “Intervista sulla Guardia di ferro”, con Horia Sima (Thule, 1978); “C’eravamo tanto a(r)mati” (Edizioni Settecolori, I ed.1984; II ed., 1998, III ed. 2007); “Ditelo a Sparta. Serbia ed Europa. Contro l’aggressione delle Nato” (Graphos, 1999); “Il caso Autant-Lara” (Asefi, 2001). E’ autore della voce “Globalizzazione” del Digesto multimediale (Utet, 2002).

Catherine Jacob è un’attrice francese, nata a Parigi il 16 dicembre 1956. Ha esordito sul grande schermo nel 1985 con un film tutto al femminile intitolato “Les Nanas”, diretto da Annick Lanoe. Tre anni dopo, nel 1988, vince il premio César come “miglior emergente” grazie a “La vie est un long fleuve tranquille”, commedia diretta da Étienne Chatiliez. Negli anni seguenti è stata candidata ben tre volte al César come “migliore attrice non protagonista”, rispettivamente per “Tatie Danielle” (1990) sempre di Étienne Chatiliez, “Merci la vie” (1991) di Bertrand Blier e “Neuf mois” (1994) di Patrick Braoudé. Catherine Jacob ha, al suo attivo, una quarantina di film tra cui ricordiamo “My Father the Hero” (1991) di Gérard Lauzier, “Les Braqueuses” (1994) di Jean-Paul Salomé e “J’ai faim!!!” (2001) di Florence Quentin.
La sua pellicola più recente, datata 2008, è “48 heures par jour” di Catherine Castel.

laureato in Lettere Moderne. I suoi esordi nel panorama artistico risalgono agli anni’60 e gravitano intorno alla Pop Art, ai futuri concettuali e poveristi. La sua carriera, però, non è mai stata legata ad un filone in particolare e si è sempre contraddistinta per uno stile personale, caratterizzato da un’accentuata impronta ironica e trasgressiva, oltre che dal senso del divertimento. Negli anni’70 si avvicina al cinema, dove sperimenta nuove forme di espressione. Ai suoi film sono state dedicate rassegne in tutto il mondo. Qualche titolo: “Con-certo rituale”, “Un Supermaschio”, “Andare a Roma”, “Le porte girevoli”, “Time after Time”, “Glance”, “Gli anni dell’avanguardia”. Il decennio in questione rappresenta per Nespolo un passaggio fondamentale: vince il premio Bolaffi e realizza il “Museo”, quadro di dieci metri di lunghezza che segna l’inizio di una vena mai esaurita di rilettura-scomposizione-reinvenzione dell’arte altrui. Gli anni’80 rappresentano il suo “periodo americano”: si trasferisce infatti per un periodo a New York, che diventa la sua “musa” ispiratrice. Anche gli anni’90 sono all’insegna dell’internazionalità oltre che della varietà: lavora infatti a progetti molto diversi tra di loro (dalle campagne pubblicitarie al teatro, dalle ceramiche ai vetri di Murano) e porta le sue opere non solo in Europa, ma anche Giappone, America Latina e nuovamente negli Stati Uniti.

Nato a Roma, figlio di un avvocato di origini pugliesi e di una dirigente ministeriale,[1][2] si diploma in regia al “Centro Sperimentale di Cinematografia” nel luglio 1994. Dopo varie esperienze teatrali e la realizzazione di alcuni apprezzati cortometraggi dal 1994 inizia a dedicarsi alla scrittura televisiva e cinematografica. A partire dal 1998 sono andate in onda delle fiction per la tv scritte da Brizzi. Scrive successivamente diverse sceneggiature per alcuni film di Natale diretti dal regista Neri Parenti. Notte prima degli esami, il primo film che ha diretto, ha avuto numerosi riconoscimenti tra i quali il David di Donatello, il Ciak d’oro, il Telegatto, lo Sky Award e il premio del pubblico al Festival di Annecy ed è stato il fenomeno cinematografico del 2006[3], incassando oltre 12 milioni di Euro al botteghino. Al film è seguito un newquel dal titolo Notte prima degli esami – Oggi che ha superato al box office il successo del primo.