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Sequel esilarante dell’acclamato Thermae Romae, tratto dal manga di Mari Yamazaki, che fu girato a Cinecittà. Il regista Hideki Takeuchi, ripropone il contesto surreale della Roma Imperiale dai connotati orientali: il protagonista, l’architetto Lucius (Hiroshi Abe), si trova nuovamente alle prese con la costruzione di bagni termali, commissionategli dall’imperatore Adriano. Nel tentativo di superare sé stesso ed in cerca di ispirazione per i suoi nuovi progetti, viaggia casualmente nello spazio-tempo, verso il Giappone odierno, ritrovando Mami (Aya Ueto), ragazza appassionata di cultura latina, con la quale sviluppa una relazione romantica. Un mix comico surreale tra impero romano e Giappone contemporaneo.

Con la testa piena di sogni Amelie torna in Giappone, dove ha passato la sua infanzia. Per mantenersi decide di dare lezioni di francese e grazie a questo incontra Rinri, il suo primo e unico studente, un giovane giapponese con cui crea subito un rapporto molto intimo. Tra sorprese, momenti felici e insidie di uno shock culturale che è al tempo stesso poetico e divertente, Amelie scopre una parte di Giappone che non aveva mai visto prima.

Si potrebbe definire che “For some Inexplicable Reason” rappresenta la più grande sorpresa cinematografica ungherese del 2014. Racconta, alla Nanni Moretti, la storia di un giovane ragazzo a Budapest, ma con un tocco di Wes Anderson/Spike Jonze. Áron (Áron Ferenczik), in procinto di compiere trent’anni, aspira a diventare qualcuno, ma senza avere ancora le idee chiare a riguardo. La sua ragazza lo ha appena lasciato e lui cerca di maturare ma senza ottenere un grande successo. Lo ritroviamo così ubriaco, dopo aver appreso che la sua ex ha già trovato un nuovo amore (grazie, Facebook!), comprare un volo per Lisbona e…chi può mai sapere cosa gli riserverà il futuro?

Dopo l’inatteso successo di “Carmina o revienta”, un mockumentary sulla madre ed interpretato dalla donna stessa, il popolare attore Paco León (“Tres bodas de Mas”, miglior film del Monte-Carlo Film Festival 2014 MCFF ) ritorna sulla carismatica madre, Carmina Barrios, per il suo secondo film da regista. L’inizio è insolito, rendendolo un degno erede dei classici della commedia nera spagnola. I tentativi di Carmina di nascondere la morte di suo marito, per un paio di giorni, allo scopo di ottenere la pensione, sono narrati attraverso monologhi e conversazioni con la figlia Maria Leon, con il pappagallo Barcenas e con i vicini di casa (tra cui il superbo Yolanda Ramos). Una storia insolita ma divertente sulla resilienza e la gioia della vita.

Yehezkel , 75 anni , che vive in una casa di riposo a Gerusalemme, decide di realizzare il desiderio del suo migliore amico Max, malato terminale, di morire in pace. Nonostante le obiezioni della moglie Levana , Yehezkel e la moglie di Max Yana ricorrono all’aiuto del dottor Daniel , un veterinario , e al poliziotto in pensione Raffi Segal per aiutarli nella loro missione. Al momento della verità il gruppo realizza che nessuno di loro è in realtà disposto a “tirare il grilletto“. Yehezkel costruisce così una macchina per l’auto-eutanasia, per aiutare il suo amico . Ma dopo la morte di Max, le voci sulla macchina si diffondono, e il gruppo riceve molte richieste di aiuto.

Il secondo lungometraggio di Darko Lungulov è una tragicommedia stilizzata come quelle di genere dei Balcani occidentali, che mescola satira sociale con l’umorismo dell’Europa orientale. Il protagonista Marko (Boris Milivojević), un barbiere di 40 anni, vive nella triste realtà di una piccola cittadina serba (siamo circa nel 2009). Quando Marko sente parlare del nuovo tour di Michael Jackson, gli viene l’idea di erigere una statua per l’idolo pop, mettendosi contro i grandi regimi della città e contro un violento gruppo nazionalista di destra.

Un Don Chisciotte contemporaneo (Kaplan, interpretato da Héctor Noguera) e un Sancho Panza (Contreras, Néstor Guzzini) cercano nazisti sulle spiagge uruguayane. Ma la loro avventura idealista e tragicomica ignora completamente quale sia la realtà. A 76 anni, Mr Kaplan conduce un’esistenza ordinaria in Uruguay. Come molti altri suoi amici ebrei, è scappato dalla Polonia durante la seconda guerra mondiale per rifugiarsi nel Sud America, dove con il tempo è diventato piuttosto scontroso, perdendo ogni interesse nei confronti della comunità circostante e verso il suo patrimonio familiare. Tuttavia, un bar sulla spiaggia rappresenta per lui l’occasione di un inaspettato riscatto, dal momento che sospetta che il proprietario sia un nazista in fuga.

Tratto dal celebre romanzo di François Lelord, il nuovo film di Peter Chelsom ci introduce alla vita noiosa e senza senso di uno psicanalista che vive a Londra, Hector (Simon Pegg). Il suo rapporto emotivamente sterile con la bella fidanzata Clara (Rosamund Pike) e le sue insoddisfazioni lavorative, trascinano Hector verso alcuni importanti cambiamenti nella sua vita. Si imbarca così in un viaggio picaresco, da Shanghai verso l’Africa e Los Angeles e attraverso svariati incontri, alla ricerca di ciò che rende le persone felici.

La grande commedia americana torna sugli schermi cinematografici grazie a Peter Bogdanovich. Il regista newyorkese, autore tra l’altro di The Last Picture Show (1971, incluso nella lista dei 100 film migliori nella storia di tutti i tempi dall’’American Film Institute), torna sul grande schermo dopo tredici anni di silenzio con una deliziosa commedia erede del genere della screwball comedy di autori come Ernest Lubitsch, Billy Wilder o Howard Hawks, con un tocco di Woody Allen. Questa deliziosa e romantica farsa comincia con la prostituta Izzy (Imogen Poots ) , alla quale vengono offerti $30.000 dal regista di Broadway Arnold (Owen Wilson) per lasciare il suo lavoro notturno e perseguire i suoi sogni di diventare un’attrice. Un cast d’eccezione, che include tra gli altri anche la partecipazione di Jennifer Anniston, Rhys Ifans (l’ esilarante Spike in Notting Hill) e Cybill Shepherd, nell’attesissimo ritorno del leggendario Bogdanovich.

I desideri dell’uomo muovono il mondo. E ogni giorno, per riuscire a ottenere l’oggetto del nostro desiderio, modifichiamo noi stessi e la nostra realtà. O perlomeno, cerchiamo di farlo. Secondo Giovanni Canton, il carismatico e funambolico trainer motivazionale protagonista di questa storia, ci sono delle tecniche precise che possono aiutarci a raggiungere quello che desideriamo, sia esso il piacere, il lusso, il potere, il successo o l’amore. Considerato dai suoi tanti fan una sorta di profeta, e da molti altri un cialtrone che si approfitta delle debolezze altrui, Canton decide di dimostrare la veridicità delle sue teorie organizzando un concorso per la selezione di tre fortunate persone che verranno da lui portate in sei mesi al raggiungimento dei loro più sfrenati desideri. Ma l’intenso rapporto che si stabilirà fra il life coach e il terzetto prescelto produrrà effetti inaspettati nella vita di tutti loro, soprattutto in quella di Canton.